Le 7 insidie sul posto di lavoro che possono metterti in cattiva luce

Stai per intraprendere la tua prima esperienza lavorativa e ti stai chiedendo quali potrebbero essere le insidie sul posto di lavoro? In questa guida cercheremo di darti le risposte che cerchi.

Diversi studi hanno dimostrato che i luoghi di lavoro, a prescindere dalle caratteristiche del lavoro stesso, nascondono sempre più rischi e minacce. Non di rado le insidie sul lavoro sfociano in veri e propri atti di violenza, che fanno sì che un ambiente di lavoro ottimale si trasformi in un incubo ad occhi aperti.

Se non individuate e non correttamente gestite, le insidie nell’ambiente di lavoro hanno come esito la crescita di dipendenti insoddisfatti e scontenti.

Perciò quando passi in rassegna le caratteristiche del lavoro ideale, presta molta attenzione a quelle che in realtà potrebbero trasformarsi in insidie.

Con i nostri consigli potrai scoprire come identificarle. Iniziamo.

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I pericoli sul posto di lavoro

Non ogni ambiente di lavoro è motivante. Spesso infatti sul posto di lavoro si nascondono delle insidie, che possono rendere l’atmosfera poco gradevole. In questo articolo esamineremo i 7 casi più comuni di insidie sul lavoro e proveremo a darti qualche soluzione per essere in grado di gestirle.

Attenzione ai colloqui

Il colloquio di lavoro rappresenta un vero e proprio test. Pertanto è una delle situazioni in cui si nascondono le insidie peggiori.

In questo caso le insidie possono nascondersi nelle domande che ti vengono poste. Le cosiddette “domande a trabochetto” vengono usate appositamente per capire quali sono i tuoi difetti, per testare la tua lealtà e farsi un’idea del perché ti stai candidando proprio per quel posto.

Per evitare di cadere in questi tranelli, il nostro consiglio è quello di non lasciarti prendere dal panico e di riflettere attentamente prima di dare una risposta, cercando però di apparire il più naturale possibile.

Inoltre al giorno d’oggi sempre più spesso le aziende fanno un’accurata ricerca in rete di informazioni sui candidati. In questo caso il consiglio è quello di prestare attenzione alla cura dei tuoi profili social, in modo da non influenzare negativamente chi dovrà assumerti.

Le insidie più frequenti sul posto di lavoro: i conflitti

Una delle fonti di disagio più frequente negli ambienti di lavoro è costituita dalle situazioni di conflitto. I conflitti possono nascere per ragioni più o meno banali o importanti, dunque anche gli effetti possono essere leggeri o significativi.

Come fare a gestire un conflitto che potrebbe minare un ambiente di lavoro ottimale? Innanzitutto è bene saper riconoscere quali sono le ragioni che hanno scatenato il conflitto. Tra le cause più comuni vi sono:

  • Una comunicazione confusa o inefficace;
  • Personalità incompatibili;
  • Risorse contese;
  • Pressione psicologica;
  • Insoddisfazione;
  • Eccessiva competizione.

Se sarai in grado di individuare il problema che sta alla base dei conflitti che si verificano sul tuo posto di lavoro, sarà più semplice cercare di dirimerli.

Insubordinazione e insoddisfazione

Le insidie nell’ambiente di lavoro non riguardano soltanto le ingiustizie subite dal dipendente. Infatti non di rado si verificano casi in cui il dipendente commette delle gravi mancanze nei confronti dei propri superiori e dei doveri cui è tenuto.

Per esempio un dipendente potrebbe rifiutarsi di svolgere le proprie mansioni, oppure potrebbe usare un linguaggio aggressivo con un proprio manager.

In questo caso si parla di insubordinazione. L’insubordinazione di un dipendente può dipendere dalla sua insoddisfazione. Mentre l’insubordinazione è un pericolo diretto solo per un superiore, l’insoddisfazione è un’insidia che può riguardare chiunque all’interno di un posto di lavoro.

Le cause di insoddisfazione sono molteplici. Possono essere rappresentate da uno stipendio non adeguato, da orari di lavoro poco flessibili o addirittura estenuanti.

È sempre bene prestarvi attenzione, affinché una semplice insoddisfazione non si trasformi in qualcosa di più grave.

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I rischi per la salute

Nonostante il lavoro d’ufficio possa apparire sicuro e addirittura noioso, anche questo può nascondere i suoi pericoli. Tra le insidie sul lavoro più comuni ce ne sono infatti sicuramente alcune che possono influire negativamente sulla tua salute.

La sedentarietà imposta dal lavoro alla scrivania, davanti al computer, che può durare anche otto o più ore, può favorire dolori alla schiena, disturbi muscolari, sovrappeso e, nei casi più gravi, problemi al cuore e alla vista. Inoltre sedersi in modo scorretto può portare dolori cervicali e mal di testa. Il nostro consiglio è quello di muoversi e alzarsi dalla sedia, anche per pochi minuti ogni ora, in modo da aiutare la circolazione.

È importante dedicare al lavoro energia e impegno, ma non dimenticare di dedicarti anche ad altro. È statisticamente provato che lavorare troppo favorisce un maggiore rischio di ictus.

Stress e burnout

Lo stress cronico lavoro correlato può portare ad un insieme di sintomi noto come burnout. Si tratta di una vera e propria sindrome, che colpisce coloro che non sono in grado di gestire e fronteggiare la sensazione di esaurimento fisico ed emotivo causata dallo stress nel contesto di lavoro. Esso comporta insoddisfazione, frustrazione, negatività, improduttività. E nei casi più gravi può portare ad un distacco mentale dal proprio impiego e sfociare in depressione e in altri disturbi più complessi da affrontare. Pertanto i suoi sintomi non vanno sottovalutati.

Le strategie per superare la sindrome da burnout sono diverse e comprendono la psicoterapia, la modifica delle abitudini lavorative e l’adozione di misure utili a contrastare lo stress nel quotidiano.

insidie-posto-di-lavoroInsidie sul lavoro: il mobbing e lo straining

Le insidie sul posto di lavoro sono più comuni di quanto si possa immaginare. Tra i problemi peggiori che incidono su ambiente di lavoro e produttività c’è il mobbing.  Esso consiste in una serie di abusi che il dipendente subisce da parte di superiori o colleghi. Scopo del mobbing è quello di vessare il dipendente con atti di violenza, fisica o psicologica, al fine di indurlo all’abbandono del posto di lavoro, anziché ricorrere al licenziamento, andando contro tutte le regole dell’ambiente di lavoro.

Tra le azioni di mobbing rientrano:

  • Svuotamento delle mansioni;
  • Continui rimproveri e richiami;
  • Esercizio eccessivo di forme di controllo;
  • Esclusione dalle iniziative di formazione e aggiornamento professionale;
  • Mancata assegnazione di compiti;
  • Interruzione del flusso di informazioni per l’attività.

Pur non essendo un reato penale, il mobbing è combattuto, seppure indirettamente, dal nostro ordinamento legale, attraverso gli articoli 2043 e 2087 del Codice Civile, che puoi consultare sul sito della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. Quindi, se dovessi essere vittima di mobbing, non esitare e denuncia!

Molto simile al mobbing è lo straining. Si parla di straining quando il dipendente si trova a subire una situazione di stress forzato, ovvero azioni ostili da parte del datore di lavoro. Per esempio il demansionamento, un progressivo isolamento, la sottrazione di strumenti di lavoro, nonché atteggiamenti di scherno o di intimidazione. La differenza sostanziale con il mobbing sta nel fatto che nello straining è presente un’unica azione isolata, senza continuità.

Se vuoi approfondire l’argomento, ti consigliamo la lettura del libro “Mobbing. Quando il lavoro ci fa soffrire” di Dina Guglielmi.

Smart working: le insidie del lavoro in remoto

Dato il particolare momento storico e la diffusione del concetto e della pratica dello smart working, il cosiddetto “lavoro agile”, non potevamo evitare di parlare anche in questo caso delle insidie sul posto di lavoro. Lo smart working o lavoro da remoto comporta indubbiamente, per chi ne usufruisce, dei vantaggi non indifferenti. Non solo dal punto di vista economico, perché costituisce un’occasione di risparmio, ma anche e soprattutto perché consente di gestire con maggiore libertà la propria vita lavorativa e privata.

Di contro, il rischio più grande, consiste proprio nella difficoltà di distinguere il tempo da dedicare al lavoro dal tempo libero. Il nostro consiglio è di essere molto attento e disciplinato nel programmare le tue giornate, per non finire a lavorare 15 ore al giorno! È fondamentale tenere presente che lo smart working non deve giustificare uno sfruttamento del lavoratore.

Altra regola fondamentale: non rimanere tutta la giornata in tuta o in pigiama! Comportati come se dovessi andare in ufficio, anche se lavori da casa: alzati presto, fai colazione, vestiti e siediti davanti al computer. Eviterai di abbrutirti e di perdere di vista il tempo che passa. E soprattutto di essere vittima di burnout.

Va detto che lavorando da remoto è facile lasciarsi distrarre. Basti pensare ai messaggi che riceviamo sul telefonino o alle notifiche sui social network. La capacità di autoregolarsi è fondamentale se vuoi lavorare da casa. concediti delle pause, ma senza esagerare. Organizzati per obiettivi, che a fine giornata verificherai, e fai delle to do list.

Un’altra insidia dello smart working è costituita dal rischio di isolamento. Per evitarlo è essenziale un’efficace comunicazione interna, che permetta a chi lavori in remoto di avere chiare le proprie mansioni e i propri compiti e di potersi confrontare facilmente a distanza, evitando ambiguità e confusione.

Conclusioni

Siamo giunti al termine della nostra guida dedicata alle principali insidie sul posto di lavoro. Grazie ai nostri consigli sarai pronto a riconoscerle e ad affrontarle. Buona fortuna!


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