7 ottimi motivi per studiare giurisprudenza

Sei alla ricerca di buoni motivi per studiare giurisprudenza perché sei molto indeciso sul tuo futuro universitario? Valutare i pro e i contro di una scelta è la cosa giusta da fare, soprattutto quando domina l’indecisione.

Nel caso poi di giurisprudenza ci sono una serie di luoghi comuni da sfatare che depongono a sfavore della facoltà. Ti suggeriamo 7 buoni motivi per cui vale la pena iscriversi. Continua la lettura e prova a fare chiarezza.

1 – Lo studio non è affatto mnemonico

Una delle ragioni che scoraggia i futuri studenti è il tipo di studio previsto dalla facoltà. Molti credono che studiare legge significhi mandare a memoria una norma dopo l’altra. Ora, sarebbe davvero un’impresa titanica riuscire a memorizzare le 2969 leggi del codice civile o le 734 del codice penale.

Uno dei motivi per studiare giurisprudenza, invece, è proprio nel tipo di studio critico previsto dalla facoltà. Allo studente si chiede di capire l’intelaiatura di fondo delle norme, i principi che le sorreggono e i meccanismi che le regolano. Principi e meccanismi sono gli strumenti che ti consentono di contestualizzare, esaminare e interpretare ciascuna norma.

Questo significa che dovrai dare prova di senso critico e apertura mentale perché ti verrà richiesto, per esempio, di applicare ai giorni nostri una legge emanata anni fa. Chiaramente, ci saranno anche delle cose da memorizzare, proprio come accade in qualsiasi altra facoltà. Puoi, però, stare tranquillo: lo studio richiesto non è mnemonico.

2 – Versatilità degli sbocchi professionali

Se consegui la laurea in legge, non devi necessariamente fare l’avvocato. Uno dei motivi per studiare giurisprudenza è la versatilità degli sbocchi professionali a cui la laurea permette di accedere. Qui di seguito, un piccolo elenco delle carriere a cui aspirare al termine degli studi:

  • professioni legali: avvocato, notaio, magistrato
  • ambito internazionale: carriera diplomatica, funzionario in organizzazioni internazionali sia governative sia non governative
  • aziende private: giurista d’impresa, esperto in contrattualistica, consulente legale
  • settore bancario: tecnico del lavoro bancario, esperto in gestione finanziaria, addetto all’intermediazione titoli
  • settore assicurativo: agente assicurativo, perito, liquidatore e valutatore del rischio
  • area mobiliare: operatore di borsa, agente di cambio
  • libera professione: consulente del lavoro, giornalista, procuratore sportivo, agente e perito immobiliare, agente di commercio, consulente in proprietà industriale e intellettuale

3 – Motivi per studiare giurisprudenza? L’impiego pubblico

La laurea in giurisprudenza è una delle più richieste nel settore pubblico. Oltre ai concorsi per la magistratura ordinaria, dà accesso ai concorsi pubblici banditi da:

  • amministrazioni locali
  • ministeri
  • INPS
  • INAIL
  • Agenzia delle entrate
  • prefettura
  • agenzia del demanio
  • Banca d’Italia
  • forze dell’ordine (concorsi per tenenti del corpo commissariato dell’esercito, per ufficiali della guardia di finanza, per commissari della polizia di stato e per commissari di polizia penitenziaria)

4 – È possibile insegnare

L’elenco delle professioni possibili con la laurea in giurisprudenza include anche l’insegnamento. Se il percorso di studi ti ha fatto scoprire la vocazione per l’insegnamento, potrai assecondarla. Questa opzione, infatti, rientra nei nostri 7 motivi per studiare giurisprudenza.

La laurea magistrale in giurisprudenza consente l’accesso alla classe di concorso A-46 – scienze giuridico economiche per l’insegnamento del diritto nelle scuole secondarie superiori.

Per poter fare il professore, però, sono necessari dei crediti in settori disciplinari specifici. Il D.P.R. numero 19 del 2016, infatti, stabilisce l’obbligo dei seguenti crediti:

ambito giuridico

  • 12 crediti nel ssd IUS/01 – Diritto privato
  • 12 crediti nel ssd IUS/04 – Diritto commerciale
  • 2 crediti nel ssd IUS/09 – Diritto pubblico
  • 12 crediti nel ssd IUS/10 – Diritto amministrativo

ambito economico, aziendale e statistico

  • 12 crediti nel ssd SECS-P/01 – Economia politica
  • 12 crediti nel ssd SECS-P/02 – Politica economica
  • 12 crediti nel ssd SECS-P/07 – Economia aziendale
  • 12 crediti nel ssd S/03 – Statistica economica

Se vuoi intraprendere la carriera scolastica, è bene verificare la presenza nel tuo piano di studi degli esami elencati qui sopra. Ovviamente, questi crediti non hanno niente a che vedere con i famosi 24 CFU. Questi ultimi sono un requisito che tutti gli insegnanti devono possedere, indipendentemente dalla materia che insegnano.

Ti stai chiedendo nello specifico cosa potrai insegnare e dove? La tua laurea ti permette, per esempio, di insegnare nei seguenti istituti:

  • liceo delle scienze umane: diritto ed economia politica
  • liceo sportivo: diritto ed economia dello sport
  • istituto tecnico: diritto
  • istituto professionale (servizi, industria e artigianato): diritto ed economia
  • alberghiero: diritto e tecniche amministrative della struttura ricettiva
  • istituto professionale servizi commerciali: diritto ed economia

5 – Intraprendere la carriera di investigatore privato

Con una laurea in giurisprudenza è possibile diventare investigatore titolare di una propria agenzia. Se ti affascina il lavoro investigativo e pensi di voler intraprendere la libero professione, devi seguire un preciso iter.

In Italia esiste una distinzione tra investigatore privato dipendente e investigatore privato titolare di studio. Nel primo caso non è necessaria la laurea, mentre nel secondo è obbligatoria. Più nello specifico devi essere in possesso del titolo e aver svolto un periodo di praticantato di almeno tre anni presso un investigatore privato, con licenza attiva da almeno cinque anni. Non solo, devi anche aver seguito dei corsi di investigazione presso delle scuole o degli istituti universitari ufficialmente riconosciuti dal ministero.

In Italia, però, non esiste un albo professionale. Una volta terminato il tuo corso, inizi subito il praticantato, senza necessità di sostenere un esame di stato per l’iscrizione all’albo.

Non appena termini il praticantato, compi il passo successivo per aprire la tua agenzia. Cosa devi fare? Richiedere una licenza per l’esercizio della professione alla prefettura della città/provincia in cui intendi aprire la tua attività. Ovviamente per avere la licenza d’esercizio sono necessari i seguenti requisiti:

  • partita IVA
  • ufficio-sede indipendente
  • porto d’armi
  • fedina penale pulita

6 – Pluralità di specializzazioni per gli avvocati

Un’altro dei motivi per studiare giurisprudenza è senza dubbio la pluralità di specializzazioni. Poniamo che tu decida di intraprendere la carriera di avvocato, hai la possibilità di scegliere subito tra l’ambito civile e quello penale.

Non solo ciascuno di questi macro settori ti riserva ulteriori possibilità di specializzazione. Supponiamo sempre che tu scelga quello civile. Potrai specializzarti, per esempio, in divorzi o in controversie da parte dei consumatori.

Oggi le aree di specializzazione sono addirittura diciotto. Qui di seguito, te ne elenchiamo alcune:

  • diritto successorio
  • diritto dell’ambiente
  • diritto agrario
  • diritto bancario e finanziario
  • diritto tributario, fiscale e doganale
  • diritto fallimentare e delle procedure concorsuali
  • diritto della navigazione e dei trasporti
  • diritto dell’Unione Europea
  • diritto del lavoro, sindacale, della previdenza e dell’assistenza sociale
  • diritto dell’informatica

7 – Grande richiesta nel settore digitale di laureati in giurisprudenza

Il mondo del lavoro è stato stravolto dall’avvento del digitale. I cambiamenti avvenuti hanno fatto sorgere problemi di natura legale relativamente nuovi. L’economia basata sullo scambio massiccio di dati ha portato con sé un notevole problema di gestione della privacy. Questa esigenza è diventata una fonte occupazionale per i laureati in legge.

L’ultimo dei nostri 7 motivi per studiare giurisprudenza è proprio legato a questo settore e alla nascita di una nuova figura professionale: il responsabile per la protezione e il trattamento dei dati personali o Data Protection Officer (DPO).

Si tratta di una figura comparsa nel mondo del lavoro dopo la promulgazione del regolamento per la protezione dei dati personali del 2016 (GDPR). Il DPO è un consulente tecnico legale con potere esecutivo, il cui compito è informare i clienti delle norme previste dal regolamento europeo e vigilare sulla loro corretta applicazione, fungendo anche da tramite con l’autorità. Come vedi, si tratta di uno sbocco professionale particolarmente interessante per un laureato in giurisprudenza.

Allora, hai fatto chiarezza e ti iscriverai alla facoltà di giurisprudenza?

Credits immagine: AerialMike/DepositPhoto.com


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