Corridoi umanitari: cosa sono, come funzionano e come lavorarci.

Corridoi umanitari: un nuovo e importantissimo aspetto dell’accoglienza dei migranti, dei profughi e dei rifugiati.

Si tratta di una realtà di aiuto umanitario sempre più importante per poter sopperire all’allarme immigrazione che sta colpendo diverse zone d’Europa, tra cui anche l’Italia.

Trattandosi di un settore così complesso, una profonda conoscenza di come funziona  e una valida qualifica per poter operare al suo interno a livello professionale, come ad esempio questo master qui, sono ormai fondamentali.

Oggi esploreremo il tema dei Corridoi Umanitari, cosa sono e come lavorarci, per avere un punto di vista ancora più chiaro sul tema dell’Accoglienza.

Cosa sono i Corridoi Umanitari.

Per corridoio umanitario s’intendono le iniziative legate all’aiuto di popolazioni vittime di conflitti, violenze o disastri naturali, che cercano di spostarsi, molto spesso fuggendo, da condizioni di violenza e oppressione.

Si parla ovviamente di iniziative legali, che hanno come scopo non solo quello di fornire supporto pratico ai migranti (alimenti, generi di prima necessità, medicinali) e di aiutare nel trasferimento dei civili e dei soggetti più a rischio presso zone più sicure, oppure aiutandoli ad espatriare, ma servono anche per bloccare l’illegalità che opera all’interno di questo settore: i famosi scafisti e coloro che sfruttano l’immigrazione, provocando massacri umani  ed enormi scogli nell’accoglienza di profughi e migranti.

Fornire infatti canali di migrazione legali significa tenere sotto controllo il flusso migratorio, potendolo così meglio gestire e amministrare nel bene di tutti, profughi e Paesi d’accoglienza, togliendo il monopolio di questo settore a mafie e speculazioni.

I corridoi umanitari operano ovviamente in ambo le direzioni. Essi infatti non permettono solamente di “portare fuori”, ma anche di portare dentro i supporti e i beni necessari alle vittime di guerre e conflitti, come anche ai combattenti di minoranze oppresse (vedi il caso della carovana a Kobane attuata nel 2015 per portare assistenza ai combattenti Siriani in opposizione alle truppe dell’Isis.

Questi corridoi possono avere luogo solo grazie a negoziazioni intense e difficoltose con i vari Paesi coinvolti in un conflitto, così da ottenere tregue e “cessate il fuoco” di anche solo poche ore, durante i quali gli aiuti umanitari possono operare e portare a termine i loro obiettivi.

In Italia, il corridoio umanitario della Comunità di Sant’Egidio è il più famoso, che permette di fornire aiuto e assistenza a Libano e Marocco, accogliendo i profughi siriani e quelli dell’Africa sub-sahariana, sottraendoli al traffico illecito di esseri umani. Al momento si tratta di un progetto pilota che intende essere sviluppato anche in tutto il resto d’Europa, dove le negoziazioni sulle politiche sull’immigrazione sono in costante discussione, al fine di incontrare e rispettare diritti e doveri di tutte le nazioni membri della Comunità.

Come funziona un corridoio umanitario.

Per poter sfruttare un corridoio umanitario in Italia, bisogna innanzi tutto utilizzarlo per inoltrare una richiesta di visto per motivi umanitari all’ambasciata italiana presente sul territorio del Paese in questione. Una volta accordato tale visto, il rifugiato potrà utilizzare uno dei regolari voli in partenza dal suo Paese per raggiungere in modo legale e sicuro il nostro Paese.

La scelta delle persone avviane in base al “grado di vulnerabilità” stabilito dall’Alto Commissariato ONU, dalle ambasciate o dalle altre agenzie predisposte.

Una volta giunti in Italia, i profughi vengono smistati sul territorio e ricevono la così detta Accoglienza Integrata che li aiuterà ad inserirsi sia a livello sociale, che lavorativo, scolastico, sanitario ed economico.

Come lavorare nei Corridoi Umanitari.

Tutti questi passaggi sono resi possibili da una serie di Operatori di Prima Assistenza e di Esperti in Gestione di Crisi Umanitarie che possiedono le basi e il sapere necessario per operare al meglio nei Corridoi Umanitari.

Si tratta di professioni in cui ci si specializza con percorsi accademici mirati. A partire dai corsi di laurea, fino ad arrivare ai master e ai corsi di aggiornamento professionale per chi già opera nel settore.

Esistono poi ovviamente professioni che operano meno nel campo del soccorso e più nell’ambito del supporto e dell’affiancamento del profugo. Parliamo degli psicologi per migranti, che offrono counseling e strategie di coping anche a coloro che operano nei Corridoi Umanitari, dei mediatori interculturali, degli insegnanti di lingua italiana per migranti e degli avvocati e degli attivisti che si occupano dell’aspetto legale e burocratico dell’accettazione e della permanenza del profugo in Italia.

Ognuno svolge un ruolo fondamentale all’interno di questo settore in continua e costante crescita. È infatti previsto l’arrivo, attraverso questi Corridoi, di più di 1000 profughi in Italia nei prossimi due anni.

Specializzarsi rimane quindi un passo fondamentale per poter fare la propria parte in merito. Per avere maggiori informazioni, non esitate quindi a chiedere subito qui.


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