Che cos’è la dipendenza da cibo: come riconoscerla e come uscirne
La dipendenza da ciboè un disturbo del comportamento alimentare piuttosto diffuso, che si manifesta con un bisogno di mangiare compulsivo, che può portare all’insorgere di gravi problemi di salute.
A differenza di altri disturbi, come l’anoressia e la bulimia, di cui si parla molto e i cui sintomi sono facilmente riconoscibili, il disturbo di dipendenza da cibo è ancora poco conosciuto.
Anche in questo caso, si tratta di un’alterazione patologica del comportamento nei confronti del cibo, ma i sintomi, almeno all’inizio, sono difficili da riconoscere. È quindi fondamentale imparare ad identificarli per poter intervenire tempestivamente.
Vuoi saperne di più sulla dipendenza da cibo? In questa guida faremo chiarezza sulle sue cause, i suoi sintomi e le possibili terapie.
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Dipendenze da cibo: quali sono e come risolverle
Nei paragrafi che seguono, scopriremo dunque le varie sfaccettature dalla dipendenza da cibo: dalla psicologia all’ossessione per il cibo e al bisogno di mangiare di continuo. Problemi che possono presentarsi a diverse età.
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In cosa consiste la dipendenza alimentare?
La dipendenza può essere definita come un’alterazione del comportamento, che trasforma un’abitudine in una ricerca irrefrenabile e continua di un’esperienza ritenuta gratificante, fino a sfociare in una condizione patologica.
Anche la dipendenza da cibo ha a che fare con un’incontrollabile ricerca del piacere. Ci sono degli alimenti, infatti, che grazie alla loro composizione chimica sono in grado di dare una particolare gratificazione al nostro organismo, in particolare quelli molto ricchi di grassi e zuccheri, che stimolano la produzione di dopamina e serotonina, neurotrasmettitori coinvolti nel meccanismo del piacere. Come ogni dipendenza, anche quella da cibo è una dipendenza psicologica e fisica al contempo.
Ma è possibile disintossicarsi dal cibo? Vediamo quali sono le cause e le possibili soluzioni legate a questo particolare tipo di dipendenza patologica.
Dipendenza da cibo: cause
Senza dubbio una cattiva educazione alimentare può essere responsabile dell’insorgere del problema: chi cresce in un ambiente in cui si consumano cibi poco sani e in cui non viene fornita un’adeguata informazione sulla qualità degli alimenti e sulla loro assunzione ha più probabilità di sviluppare un disturbo alimentare. Tuttavia, nella maggior parte dei casi l’ossessione per il cibo ha un’origine psicologica.
Diverse sono le ragioni che possono indurre a ricercare il piacere attraverso il cibo: una vita particolarmente stressante, l’insorgere di un dispiacere o di una delusione, un senso di inadeguatezza o di non accettazione recondito. In certi casi il cibo può diventare un mezzo per gestire sentimenti ed emozioni: si tratta di una strategia disfunzionale, un modo per evitare di riconoscere o di affrontare in maniera sana e consapevole un problema. Abbuffarsi può essere un modo per non pensare ad un episodio spiacevole, per colmare un vuoto o per sfogare il proprio nervosismo.
Non sempre è facile ravvisare i fattori scatenanti di un simile disturbo, tantomeno accorgersi della sua esistenza, soprattutto in una fase iniziale. Per questo è importante fare attenzione ai sintomi.
I sintomi
Nei casi più gravi la dipendenza da cibo si manifesta con l’abitudine ad abbuffarsi di particolari alimenti. Questo disturbo viene chiamato BED, Binge Eating Disorder o Disturbo da alimentazione incontrollata. Chi soffre di questo disturbo ha una vera e propria ossessione per il cibo.
Esistono però anche delle forme più subdole di dipendenza dal cibo, caratterizzate da una lotta quotidiana tra l’appetito e i tentativi di controllare il proprio comportamento (che possono consistere, per esempio, nel saltare i pasti o nel fare molto esercizio fisico).
In certi casi i sintomi della dipendenza da cibo si presentano in maniera meno netta e tendono a confondersi con delle abitudini alimentari scorrette. In alcuni soggetti questo disturbo si manifesta con la continua ricerca e con un continuo consumo di cibo nell’arco della giornata: non grandi abbuffate quindi, ma moltissimi pasti (quindi moltissime calorie) nel corso delle 24 ore.
Ecco alcuni segnali che possono indicare un rapporto di dipendenza dal cibo:
- Mangiare più velocemente del normale;
- Mangiare senza avere fame o anche quando ci si sente sazi, non riconoscere il senso di sazietà;
- Cercare di svuotare lo stomaco per poter mangiare di nuovo;
- Evitare di mangiare in compagnia, preferendo mangiare in solitudine e riducendo l’apporto di cibo quando si in presenza di altri;
- Pensare molto spesso al cibo e all’atto di mangiare;
- Aumentare il tempo dedicato all’acquisto e al consumo di cibo ;
- Notare un considerevole aumento di peso;
- Notare una riduzione della mobilità.
Le conseguenze
Le prime conseguenze negative della dipendenza da cibo sono di ordine psicologico. Nell’immediato infatti il consumo di alimenti che danno dipendenza procura un senso di piacere.
Poco dopo però ci si sente in colpa: il senso di frustrazione fa spesso in modo che la persona affetta da questo tipo di dipendenza torni a cercare consolazione nel cibo, cadendo in un circolo vizioso.
In altre parole, chi soffre di un disturbo di dipendenza da cibo si sente spinto a mangiare per sentirsi meglio, per poi sentirsi peggio e tornare quindi al cibo per risollevarsi. Si usa il cibo per stare meglio, ma si finisce per stare peggio. Da questo scaturiscono sbalzi d’umore e, spesso, ulteriori problemi di depressione.
Nei casi più gravi e negli stadi più avanzati, si arriva a creare un corto circuito in virtù del quale la persona ossessionata dal cibo desidera mangiare in maniera continuativa e intensa, ma di fatto la gratificazione che prova nel consumare il cibo viene immediatamente annullata dalla vergogna, dal peggioramento dell’umore e, spesso, dal dolore fisico e da un senso di pesantezza e di perdita di energia.
L’ossessione per il cibo può portare all’insorgere di gravi problemi di salute: sovrappeso, obesità e tutte le malattie ad esse collegate, come ipercolesterolemia, ipertensione, diabete, malattie cardiache. Nel lungo periodo, inoltre, aumenta la probabilità di ictus, problemi ai reni e all’apparato scheletrico.
Possibili soluzioni, studi e terapie
Il primo passo da fare, una volta riconosciuto il problema della dipendenza da cibo, è senza dubbio quello di rivolgersi ad uno specialista: uno psicoterapeuta o un professionista specializzato in dipendenze patologiche o in disturbi dell’alimentazione, che cerchi di scavare a fondo sull’origine del disturbo.
Non esistono farmaci specifici per controllare la dipendenza da cibo. Esistono però dei farmaci che possono intervenire sulle cause psicologiche del problema. Questo tipo di voracità patologica ha infatti il più delle volte, come abbiamo visto, delle radici più profonde. Alcuni psicofarmaci sono in grado di inibire la produzione di serotonina o di diminuire gli stati ansiosi legati alla dipendenza da cibo. Altri approcci farmacologici per il controllo dell’appetito, come anche la chirurgia correttiva dell’obesità, possono essere delle soluzioni per soggetti affetti da questi disturbi.
Molto importante è la prevenzione. Cercare di mangiare il più possibile in modo sano e corretto, ad orari regolari e più volte al giorno, rispettando il fabbisogno di calorie consigliato dai nutrizionisti in base alle tue caratteristiche e al tuo stile di vita; evitare di assecondare la cosiddetta “fame nervosa”, cercare di ridurre lo stress o di sfogarlo in modo sano; abituarsi a riconoscere il senso di fame e a gustare i cibi, assaporandoli e mangiando lentamente, senza eliminare dalla propria dieta quelli più gratificanti, ma consumandoli con moderazione, sono alcuni semplici suggerimenti che possono aiutare a non innescare un atteggiamento patologico nei confronti del cibo.
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